Paganini in Val Polcevera – Amici di Paganini
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Paganini in Val Polcevera

9 Ago 2022 - News

Il ciclo di concerti si svolge dal 16 al 24 settembre presso la casa di campagna di Paganini, patrimonio della storia del violinista finora ignorato. 

Ingresso libero. Prenotazioni: 375 6039840

Guarda sulla mappa i punti d’interesse

PROGRAMMA

Venerdì 16/9 – ore 18.00

Oleksandr Pushkarenko, violino

Casa di Paganini, S. Biagio in val Polcevera, Bolzaneto

– Niccolò Paganini (1782 – 1840): Capriccio n. 5 M.S. 25

– Johann Sebastian Bach (1685 – 1750): Sonata n. 1 BWV 1001 Adagio e fuga

– Niccolò Paganini : Capriccio n. 9, 1, 17 M.S. 25

– Oleksandr Pushkarenko (1989): “Zeneize” gran Capriccio per Paganini

– Eugene Ysaye (1858 – 1931): Sonata op. 27 n. 1 in sol min. Allegretto poco scherzoso, Finale con brio

– Niccolò Paganini: Capriccio n. 13 M.S. 25

– Niccolò Paganini: Introduzione, tema e variazioni sull’aria “Nel cor più non mi sento” M.S. 44

– Charles A. De Beriot (1802 – 1870): Etude Caracteristique op. 114 n. 6

– Oleksandr Pushkarenko: “Capricciao”(prima assoluta), capriccio sul tema della famosa canzone popolare “Bella ciao”

– Niccolò Paganini: Capriccio n. 24 M.S. 25

Il concerto è seguito da un sopralluogo alla casa di Paganini e da rinfresco

Sabato 17/9 – ore 18.00

Vincenzo Fiamingo, chitarra

Oratorio di S. Biagio in val Polcevera, Bolzaneto

– Giulio Regondi (1822 – 1872): Introduzione e Capriccio op. 23

– Mario Castelnuovo Tedesco (1895 – 1968): Capriccio di Goya n. 1 e n. 24

– Johann Sebastian Bach (1685 – 1750): Allemanda – dalla Partita BWV 1004 (orig. per violino solo) 

– Mario Castelnuovo Tedesco: Capriccio diabolico, omaggio a Paganini

– Mario Castelnuovo Tedesco (1895 – 1968): Capriccio di Goya n. 20 e n. 18

– Francisco Tarrega (1858 – 1909): Fantasia su motivi della Traviata

Il concerto è seguito da un sopralluogo alla casa di Paganini e da rinfresco

Venerdì 23/9 – ore 18.00

Fabrizio Giudice, chitarra

Casa di Paganini, S. Biagio in val Polcevera

– Francesco Molino (1768 – 1847): Sonata op. 1 n. 3 dedicata a Laure Brack per chitarra sola

– Niccolò Paganini (1782 – 1840): Sonate per chitarra sola M.S. 84 n. 32, 33, 34 dedicate a Emilia Di Negro

– Niccolò Paganini: Grande Sonata per chitarra M.S. 3 dedicata a Giancarlo Di Negro

– Luigi Legnani (1790 – 1877): Tre Capricci dall’op. 20

– Giulio Regondi (1822 – 1872): “Reverie”, notturno op. 19

Il concerto è seguito da un sopralluogo alla casa di Paganini

Sabato 24/9 – ore 18.00

Katsumi Nagaoka, chitarra

Oratorio di S. Biagio in val Polcevera

– Sylvius Leopold Weiss (1686 – 1750): Preludio – Entree – Ciaccona

– Leo Brower (1939): Elogio della danza

– Niccolò Paganini (1782 – 1840): Romanza

– Josè Luis Merlin (1952): Introduccion e Guarania

– David Kellner (1670 – 1748): Aria e Fantasia

– Anonimo: Canzone popolare giapponese “Nanatsunoko”

– Maximo Diego Pujol (1957): Preludio – Toriston – Adagio – Epilogo

– Katsumi Nagaoka (1963): Nuvole – Rondò

Il concerto è seguito da un sopralluogo alla casa di Paganini

Lunedì 17/10 – ore 16.00 (I turno)

“Barucabà” – spettacolo-laboratorio per bambini (0 – 4 anni)

Bolzaneto – Teatro Govi

a cura di Elisa Moretto, con Bernardo Pellegrino e Filippo Laneri

(max 25 bambini, accompagnati dalle mamme)

Lunedì 17/10 – ore 17.00 (II turno)

“Barucabà” – spettacolo-laboratorio per bambini (0 – 4 anni)

Bolzaneto – Teatro Govi

a cura di Elisa Moretto, con Bernardo Pellegrino e Filippo Laneri

(max 25 bambini, accompagnati dalle mamme)


Paganini frequentò assiduamente la val Polcevera, come testimoniato nella stessa sua autobiografia e da numerose lettere: il genitori di Niccolò possedevano a San Biagio, sopra Bolzaneto, una casa che affettuosamente chiamavano “il casino di campagna”; gli anziani del posto ancora oggi tramandano la notizia che Antonio Paganini l’avesse vinta al gioco.

Comunque i Paganini si rifugiarono a più riprese in questa casa nei periodi turbolenti delle campagne napoleoniche; al termine del periodo di impiego alla corte di Lucca (1808), Niccolò si ritirò per lunghi periodi a studiare ed a comporre – nell’epoca che vede tra l’altro la genesi dei Capricci. Infine, quando il figlio di Paganini, Achille, si trovò ad affrontare il problema del divieto di sepoltura del padre in terra consacrata, decise di trasferire temporaneamente la bara – contenente il corpo imbalsamato – nella casa di campagna di san Biagio.

Il ciclo di concerti – e laboratori per bambini – intende valorizzare un patrimonio paganiniano importante nella storia del violinista finora ignorato: a cinquant’anni esatti dall’abbattimento della casa natale nel 1972, quella di san Biagio costituisce l’unica casa di Paganini tuttora esistente a Genova.

Aprendosi con un concerto violinistico, eseguito da Pushkarenko, violinista ucraino che nel 2013 suonò all’inaugurazione del monumento a Paganini a san Biagio, il cartellone offre ampio spazio alla chitarra, in riferimento al fatto che Paganini proprio nella casa di san Biagio si dedicò all’approfondimento dello strumento a sei corde, componendo molta musica per chitarra sola.

APPROFONDIMENTI

16 settembre

Oleksandr Pushkarenko, violino

Niccolò Paganini (1782 – 1840): Capriccio n. 5 M.S. 25

Johann Sebastian Bach (1685 – 1750): Sonata n. 1 BWV 1001 (Adagio, Fuga. Allegro, Riutilizzato nella Fuga BWV 539 e BWV 1000, Siciliana, Presto)

Niccolò Paganini: Capriccio n. 9, 1, 17 M.S: 25

Eugene Ysaye (1858 – 1931): Sonata op. 27 n. 1 in sol min.

Oleksandr Pushkarenko (1989): Gran Capriccio à la Paganini “Zeneize”

Oleksandr Pushkarenko: Capriccio (prima assoluta)

Niccolò Paganini: Capriccio n. 13 M.S. 25

Niccolò Paganini: Nel cor più non mi sento M.S. 44

Charles A. De Beriot (1802 – 1870): Etude Caracteristique op. 114 n. 6

Il violinista ucraino Oleksandr Pushkarenko, che nel 2013 suonò all’inaugurazione del monumento a Paganini davanti alla casa di san Biagio, propone un viaggio nella musica che, mettendo al centro Paganini, percorre due secoli: guardando al genio precursore di Bach, fonte di ispirazione e modello compositivo per tutta la musica strumentale successiva, passa a De Beriot ed Ysaye, due degli eredi più diretti delle conquiste tecniche paganiniane,  concludendo con due composizioni di Pushkarenko stesso, che a Paganini guarda da sempre come modello supremo.

Di Paganini Pushkarenko propone cinque dei 24 Capricci ed il ciclo di variazioni Nel cor più non mi sento,  composto nel 1821 e costruito su un’aria dall’opera La Molinara di Giovanni Paisiello, rappresentata nel 1798. Questo componimento rappresenta l’apice della tecnica esecutiva violinistica del genovese ed era uno dei suoi cavalli di battaglia, il brano per violino solo più eseguito nei propri concerti.

Si passa quindi a una delle composizioni violinistiche di Bach – il quale secondo la testimonianza di uno dei figli, fino a tarda età conservò una tecnica sul violino pulita e disinvolta: la Sonata n. 1 BWV 1001, composizione risultato del soggiorno bachiano presso Köthen con autografo che riporta data 1720. La Sonata è in quattro parti: Adagio, Fuga, Siciliana e Presto: ne ascolteremo i primi due movimenti. Sulla natura e sulle modalità esecutive di questi pezzi si è speso dibattuto, chiedendosi chi fosse il possibile musicista destinatario, data la loro difficoltà tecnica. Tra i nomi dei violinisti dell’epoca forse Johann Georg Pisendel, Joseph Spiess o Johann Paul von Westhoff. L’Adagio non è percepito come un pezzo autonomo ma come un movimento introduttivo, alla celebre Fuga che segue.

Di Eugene Ysaye si propongono gli ultimi due movimenti della Sonata op. 27 n. 1, ispirata dall’ascolto della sonata di Bach proposta qui sopra.

L’Etude Caracteristique op. 114 n. 6 di Charles A. De Beriot è il sesto dei 12 studi del compositore belga nonché predecessore dello stesso Ysaye. L’esecuzione di due composizioni dell’interprete, Pushkarenko, chiudono l’ampio repertorio in programma; “Zeneize” è un omaggio alla città di Paganini che mette in campo le sfavillanti soluzioni tecniche di chiara derivazione paganiniana, citando alcuni motivi popolari genovesi; “Capricciao”, proposto in prima assoluta, si snoda in una seria di elaborazioni e varianti del tema della canzone “Bella ciao”, che il violinista ucraino attualizza sulla situazione di guerra del suo paese.

Oleksandr Pushkarenko

Violinista virtuoso e compositore ucraino O. Pushkarenko, ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali e nazionali di violino tra cui la 12° edizione del Concorso “Premio Nazionale delle Arti” nella sezione violino, si è classificato 5° alla 55° edizione del Concorso internazionale di violino “Premio Paganini”, 2° alla 34° edizione del Concorso internazionale di violino “Valsesia Musica”. Il 12 Ottobre 2019 gli è stato conferito il riconoscimento “Talento di Genova nel Mondo” in occasione delle celebrazioni colombiane a Palazzo Ducale di Genova. Tra i suoi insegnanti: S. Accardo, M. Trabucco, M. Quarta, B. Kotorovych, T. Varga. Nel 2013 ha eseguito, accompagnato dall’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, il Concerto per violino e orchestra di J. Sibelius. Pushkarenko è attivo sia in ambito solistico sia come membro di formazioni cameristiche. Il suo repertorio spazia dal periodo barocco a quello contemporaneo. Nel 2013 a Palazzo Tursi di Genova ha proposto la prima assoluta delle sue variazioni “Sol Invictus”. Il 27 Ottobre 2013, in occasione della inaugurazione di una statua dedicata a Paganini a San Biaggio di Val Polcevera (Genova), ha eseguito il suo Capriccio “Zeneise”.  Il suo Concerto “Superbo” (in 3 movimenti) per violino e orchestra sinfonica è stato recentemente inciso su CD di Vioton Records.

17 settembre

Vincenzo Fiamingo, chitarra

– Giulio Regondi (1822 – 1872): Introduzione e Capriccio op. 23

– Mario Castelnuovo Tedesco (1895 – 1968): Capriccio di Goya n. 1 e n. 24

– Johann Sebastian Bach (1685 – 1750): Allemanda – dalla Partita BWV 1004 (orig. per violino solo)

– Mario Castelnuovo Tedesco: Capriccio diabolico, omaggio a Paganini

– Mario Castelnuovo Tedesco (1895 – 1968): Capriccio di Goya n. 20 e n. 18

– Francisco Tarrega (1858 – 1909): Fantasia su motivi della Traviata

Il programma di Flamingo è incentrato sul genere del Capriccio per lo strumento a sei corde. Guardando naturalmente a Paganini, la serata coniuga questa forma strumentale secondo la visione di compositori dell’Ottocento (oltre a Paganini, Regondi e Tarrega) e del Novecento (Castelnuovo Tedesco e Rawstorne). Alcuni di essi hanno sviluppato maggiormente l’aspetto tecnico trascendentale, altri invece più la concezione estrosa e di fantasia del procedere compositivo. Non sfugge la dedica a Paganini del “Capriccio diabolico” di Castelnuovo Tedesco.

Scritti nel 1961, i 24 Caprichos de Goya, op. 195, costituiscono un ciclo per chitarra che prende ispirazione da altrettante incisioni del pittore spagnolo Francisco Goya (1746 – 1828), scegliendo fra le ottanta che compongono la raccolta. Il senso di turbamento, ansia, depressione che le incisioni provocano sembra tentare di fuoriuscire dalle corde. Nel capriccio n. 20, intitolato Obsequio a el maestro, Castelnuovo Tedesco sembra rendere omaggio al suo insegnante Ildebrando Pizzetti citandone frammenti di alcune opere sino al finale, nel quale la citazione, di carattere leggero e spensierato, contrasta con il resto del brano; tale atteggiamento pare derivi dal risentimento del chitarrista verso Pizzetti, che pare si fosse opposto alla rappresentazione al Teatro alla Scala dell’opera Il mercante di Venezia con la quale Castelnuovo Tedesco aveva vinto il primo premio del “Concorso Campari”. Per quanto riguarda invece il Capriccio diabolico, omaggio a Paganini, Castelnuovo Tedesco lo dedicò al maestro spagnolo Andrés Segovia, il quale aveva commissionato la scrittura del brano pensandolo quale omaggio al virtuoso Niccolò Paganini. Il dedicatario revisionò la composizione eliminando alcune voci e persino di un’intera sezione finale e la citazione del tema dal terzo movimento (noto come La campanella) del secondo Concerto per violino  dello stesso Paganini. Il Capriccio di Goya n. 24, Sueño de la mentira y inconstancia, ultimo e conclusivo della serie, inizia con una fantasia in stile recitativo che introduce una fuga. L’alternanza continua di parti arpeggiate e parti strettamente melodiche crea come un senso di disorientamento sino alla fuga centrale, la quale a sua volta conduce ad un’ascensione di accordi arpeggiati che lentamente porta alla coda del brano.

Considerato il creatore dei fondamenti tecnici della chitarra classica del XX secolo, Francisco Tarrega presenta nella Fantasia su motivi della Traviata alcuni dei temi più conosciuti dellintera storia dell’opera, mettendo in gioco i più trascendentali espedienti tecnici ed una concezioni timbrica innovativa.

Bambino prodigio, straordinario chitarrista, Giulio Regondi è noto come concertista e didatta, ma fu anche compositore che ha un ruolo di rilievo nel panorama chitarristico ottocentesco, pur nella esigua quantità di lavori tramandati. Tra le opere scritte sono ancora eseguite con una certa frequanze Reverie, uno dei primi studi sul tremolo, e l’Introduzione e Capriccio op. 23.

Vincenzo Fiamingo

Nato ad Enna 21 anni fa, allievo del Liceo Musicale della sua città sotto la guida di Massimiliano Campisi, prosegue gli studi all’Istituto Superiore di Studi Musicali Bellini di Caltanissetta, conseguendo la laurea triennale nel 2019, e frequentando anche il corso annuale di alto perfezionamento della Reverie Guitar Academy con Giampaolo Bandini, con cui ha conseguito, nel 2021, la Laurea Magistrale presso l’Istituto Boccherini di Lucca.

Ha partecipato a Masterclasses con Lorenzo Micheli, Marcyn Dylla, Giulio Tampalini, Carlo Marchione, Arturo Tallini ed Emanuele Buono. Nel maggio 2021 è risultato vincitore del Concorso Chitarristico “Omaggio a Paganini” di Parma.

23 settembre

Fabrizio Giudice, chitarra

– Francesco Molino (1768 – 1847): Sonata op. 1 n. 3 dedicata a L. Brack per chitarra sola

– Niccolò Paganini (1782 – 1840): Sonate per chitarra sola M.S. 84 n. 32, 33, 34 dedicate a E. Di Negro

– Niccolò Paganini: Grande Sonata per chitarra M.S. 3 dedicata a G. C. Di Negro

– Luigi Legnani (1790 – 1877): Tre Capricci dall’op. 20

– Giulio Regondi (1822 – 1872): “Reverie”, notturno op. 19

Fabrizio Giudice propone un programma che potrebbe intitolarsi “Genova e la chitarra nell’Ottocento”; ogni autore è legato a Genova e numerose sono le dediche a personaggi della nobiltà genovese. Recenti studi hanno confermato la presenza di Francesco Molino, violinista e chitarrista – come Paganini – a Genova. Questo fatto spiega anche le dediche delle sue opere ad esponenti delle famiglie Brignole Sale, Spinola e Durazzo. Inoltre Molino fu maestro di violino di Carlo Dellepiane, a sua volta insegnante di violino di Camillo Sivori, che per sei mesi fu seguito dallo stesso Paganini, il quale proprio nella casa di san Biagio si dedicò intensamente a comporre per chitarra. Giuseppe Mazzini fu in rapporti epistolari e di amicizia sia con Regondi che con Legnani, il quale nel 1837 aveva progettato anche una tourneè con Paganini, poi sfumata per problemi di salute del violinista.

Per espressa scelta dell’interprete i brani di Paganini e di Francesco Molino presentati sono dedicati tutti a dame dell’alta società genovese del tempo. La composizione di Molino, che come Paganini fu violinista e chitarrista, e che fu attivo a Genova nel primo decennio dell’Ottocento (risiedendo in piazza della Posta Vecchia), è dedicata a Laure Brack, moglie del Direttore delle Dogane di Genova. La curiosa Grande Sonata per chitarra, originariamente concepita con accompagnamento di violino, sovente omesso, è dedicata a Giancarlo Di Negro, mentre alcune delle Sonate M.S. 84 sono dedicate alla figlia Emilia.

Giuseppe Mazzini fu, notoriamente, appassionato dilettante di chitarra: tra le composizioni da lui eseguite figuravano anche brani di Giulio Regondi, chitarrista svizzero, ginevrino di nascita; il brano in programma presenta fra l’altro uno dei primi esempi della tecnica del tremolo impiegato in senso moderno. Luigi Legnani invece fu influenzato dalla lezione paganiniana – in realtà più da quella violinistica che da quella chitarristica – realizzando tra l’altro una serie di 36 Capricci di notevole impegno tecnico. Lo stesso Paganini ebbe alta considerazione di Legnani, arrivando a progettare una tourneè in duo con lui, che poi non ebbe seguito per il peggiorare delle condizioni di salute che meno di tre anni dopo lo portarono alla tomba.

Fabrizio Giudice

Iniziati gli studi sotto la guida del padre, li ha proseguiti con Anselmo Bersano, diplomandosi nel 1988 e vincendo il premio come miglior diplomato dell’anno in chitarra al concorso Petrini-Zamboni di Cesena. Ha seguito i corsi di Oscar Ghiglia all’Accademia Chigiana di Siena, quindi masterclass con Stefano Grondona, Angelo Gilardino, Guillermo Fierens, Manuel Barrueco e del Duo Assad. Con il Duo Maccari-Pugliese ha approfondito l’interpretazione della musica dell’Ottocento su strumenti originali. Da 30 anni suona in Duo con Gianluca Nicolini (flauto), ha inciso per diverse etichette, tra le quali Sony, si è dedicato alla rivalutazione dell’opera del chitarrista genovese Pasquale Taraffo, del quale ha ricostruito ed edito molti brani per chitarra sola lavorando sulle registrazioni dell’epoca. È docente di ruolo presso il Conservatorio Paganini di Genova.

24 settembre

Katsumi Nagaoka, chitarra

– Sylvius Leopold Weiss (1686 – 1750): Preludio – Entree – Ciaccona

– Leo Brower (1939): Elogio della danza

– Niccolò Paganini (1782 – 1840): Romanza

– Josè Luis Merlin (1952): Introduccion e Guarania

– David Kellner (1670 – 1748): Aria e Fantasia

– Anonimo: Canzone popolare giapponese “Nanatsunoko”

– Maximo Diego Pujol (1957): Preludio – Toriston – Adagio – Epilogo

– Katsumi Nagaoka (1963): Nuvole – Rondò

Dal Settecento al Contemporaneo, il concerto di questa sera presenta un programma variegato e molto incentrato sulla valorizzazione delle risorse timbriche della chitarra. Dal Settecento barocco di Weiss e Kellner, a Paganini, per esplorare la musica sudamericana – da Cuba all’Argentina – fino al Giappone, con composizioni dello stesso interprete, Nagaoka, e con una canzone popolare tradizionale.

Il tedesco Weiss, mirabile esecutore sul liuto barocco a 13 corde, ha lasciato ampio repertorio di Suites, Fantasie e brani da concerto; fu contemporaneo (nato pochi mesi dopo e morto lo stesso anno) ed amico di Bach, il quale molto probabilmente a lui si ispirò nel redigere il propri lavori per liuto. Il suo linguaggio contrappuntistico è tecnicamente meno estremo di quello di Bach, ma molto efficace, ed in grado di conquistare la stima del certo non facile collega. Di rara esecuzione sono le piacevoli Aria e Fantasia di Kellner, contemporaneo di Weiss.

La Romanza di Paganini, tratta dalla Grande Sonata in La maggiore, offre uno dei più riusciti esempi dello stile chitarristico italiano di inizio Ottocento. Purtroppo il Paganini chitarristico rimase fagocitato dalla immane fama del violinista, fino ad essere rivalutato nell’ultima parte del XX secolo per la reale valenza musicale delle composizioni, che, se non colpiscono per profondità – essendo pensate a fini amatoriali – manifestano ad ogni momento il pensiero di un musicista che pensa da compositore (non quindi da strumentista che “lascia andare le dita”).

Leo Brouwer, cubano, classe 1939, chitarrista, compositore e direttore d’orchestra, dopo avere esplorato tecniche di avanguardia è  approdato ad uno stile espressivo che attinge alla musica popolare, ai ritmi sudamericani e all’elaborazione di stilemi contemporanei; Elogio della Danza fu composto da Brouwer nel 1964, durante il “primo periodo” compositivo dell’autore, ancorato agli stilemi della musica afrocubana, mostrando tuttavia già i segni della futura concezione brouweriana che si avvale in modo principale di sonorità suggestive e di una carica ritmica di grande impatto.  Argentini sono sia Merlin che Pujol, e la loro impronta musicale, energica e colorata, trova spunto nella musica folclorica della loro terra. I brani originali di Nagaoka giocano invece con preferenza su timbriche sfumate e ricercano una semplicità tutt’altro che ingenua, ma frutto di un cammino di purificazione che affonda le proprie radici nella tradizione gaipponese.

Katsumi Nagaoka

Nato a Kochi (Giappone) nel 1963, inizia giovanissimo lo studio della chitarra classica sotto la guida del padre, Maestro Juichi Nagaoka. Dai dodici ai quattordici anni prende lezioni dal Maestro Kougiro Kofune e successivamente segue numerosi corsi tenuti dai più famosi Maestri, quali Narciso Yepes, José Gonzales e Leo Brouwer. Si diploma in seguito a pieni voti presso il conservatorio “Antonio Vivaldi” di Alessandria sotto la guida del Maestro Angelo Gilardino.

Si è classificato nei primi posti di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, aggiudicandosi il primo premio nei concorsi di Mondovì (1989), al “Mozart ’90” (1990) ed al concorso di Cagliari (a993):

Ha tenuto vari corsi di perfezionamento in diverse città italiane (Lugano, Padova, Avellino, ecc.), al “Workshop di Mandolino e Chitarra” di Riva San Vitale (CH) e presso l’Accademia Internazionale di mandolino e Chitarra. Attualmente insegna a Genova, città in cui risiede e presso l’Istituto Musicale “Alfredo Casella” di Novi Ligure. Svolge attività concertistica come solista, in formazioni da camera e con orchestra. Ha tenuto numerosi concerti in Italia e all’estero, in particolare tournée in Giappone (Tokio, Osaka, Nagoya, Kobe, ecc.), ottenendo sempre ampi consensi di pubblico e critica. Ha inciso col mandolinista Carlo Aonzo cd “Kaze”, col suonatore di erh-hu Takayuki Matsui “Luci e ombre” e con l’Orchestra dell’Accademia Internazionale di Mandolino il disco “Mandolin Inmages” progetti comprendenti musica originale per queste formazioni che comprendono diverse sue composizioni. Accanto all’attività concertistica, è molto prolifica la composizione di opere per chitarra, sia sola che con altri strumenti: mandolino, mandola, orchestra a pizzico, flauto, er-ehu, duo, trio, quartetto di chitarre. Pubblica per la casa editrice Armelin di Padova.

Si ringraziano per la collaborazione:

Oratorio di San Biagio

Arciconfraternita di N.S. del S.Rosario in San Biagio

Società Operaia Cattolica di San Biagio

CIV-Centro Integrato di Via di Bolzaneto

Municipio V Val Polcevera

Teatro Govi di Bolzaneto